Concorso interno di Marzo, Architettura Moderna
Per volere del nostro socio, non ché vincitore del concorso interno di Febbraio dedicato ai "Colori", Luca Cristofori, ci addentriamo nei tecnicismi di un genere fotografico interessante ma un po complicato.
Nella fotografia di architettura è molto importante il punto di vista da cui si riprende il soggetto: in base alla posizione che assumo rispetto al monumento o alla struttura posso cogliere dettagli che rendono particolare e interessante il mio scatto.
Essere creativi però non è sempre sufficiente a realizzare un buon scatto, dobbiamo fare i conti con aspetti tecnici come il controllo delle verticali. In un’immagine il parallelismo delle linee che compongono l’edificio è fondamentale e non semplice da ottenere se non ho a disposizione le attrezzature adeguate.
Fotografando un edificio dal basso verso l’alto posso subito notare la convergenza delle linee verso un punto, una deformazione che fa sì che le strutture sembrino più larghe in fondo e più strette in cima: alcune volte un effetto di questo tipo può essere utile, per esempio, se voglio realizzare delle immagini di forte impatto emotivo, ma per fotografie di architettura è meglio mantenere parallele le verticali e controllare la giusta prospettiva.
Spesso, la giusta soluzione è contestualizzare l’edificio che sto riprendendo, soprattutto se si tratta di un palazzo storico: infatti, castelli e residenze antiche hanno una resa maggiore se immortalati nella zona in cui sorgono (parchi, aree verdi, scogliere a picco sul mare), mentre grattacieli e strutture moderne sono più adatti a essere fotografati da soli anche per via dei materiali impiegati come vetro e acciaio che colpiti dalla luce, creano riflessi interessanti.
Per fare delle belle foto di architettura e riprodurre in modo corretto la prospettiva e le linee degli edifici, senza deformarne le forme dovrei attrezzarmi adeguatamente, usando il banco ottico, attrezzatura molto costosa che usano i professionisti del settore, uno strumento dotato di particolari elementi mobili che permettono di aggiustare la messa a fuoco in modo tale da avere una migliore resa prospettica del soggetto.
Questo apparecchio possiede delle ottiche che spostandosi consentono di realizzare una fotografia molto nitida (movimento detto basculaggio con inclinazione dell’obbiettivo rispetto al piano del sensore) e priva di deformazione prospettica (decentramento cioè il parallelismo tra inquadratura e soggetto). Con una reflex posso ricreare un effetto simile usando una Lensbaby Composer che permette il controllo della prospettiva ad un costo accessibile.
Spesso nelle immagini di edifici e strutture architettoniche è difficile evitare lo sfocato in alcune parti dell’immagine che raffigurano le zone più lontane dall’obbiettivo: per questo devo ricordarmi una della regole della fotografia, quella di Scheimpflug. In sostanza, per ottenere la massima messa a fuoco, i piani del soggetto, dell’ottica e del sensore devono essere paralleli o congiungersi in un unico punto: se mi posiziono orizzontalmente rispetto all’edificio il problema non si pone (anche se è difficile scattare una foto dallo stesso piano di un palazzo molto alto), ma se cerco una ripresa laterale, magari di una piazza, devo mettermi con l’attrezzatura in uno degli angoli della stessa e scattare da questo punto, ricreando un ”V” di cui rappresento il vertice.
In generale per fare delle belle foto di architettura bisogna usare un obbiettivo grandangolare che garantisce un angolo di campo allargato anche dove non c’è spazio per spostarsi, come nel caso delle fotografie di interni: a seconda degli effetti che voglio ottenere posso impostare la fotocamera su una lunghezza focale che può variare dai 18 millimetri ai 28, fino al più tradizionale 35 millimetri, considerata la più adatta per gli scatti che raffigurano gli edifici. Se invece voglio usare un teleobbiettivo, dove inevitabilmente avrò un angolo di campo più chiuso, posso concentrarmi su tagli particolari e sfruttare il gioco di linee e curve per ottenere composizioni interessanti.
Se mi trovo di fronte a particolari cornici architettoniche create da portici, finestre o strutture di sostegno le posso utilizzare per dare maggiore risalto al’immagine e renderla più suggestiva, facendo attenzione al’illuminazione presente che, a seconda dell’orario, varia e può far risaltare alcuni aspetti dell’edificio.
Adesso non è il caso di spaventarsi, cari soci, vi aspettiamo come sempre al circolo mercoledì 14 Marzo alle 21,00 con le vostre migliori foto sul tema.
Ricordiamo che sono ammesse un numero massimo di 5 foto, per chi non potesse presentarsi fisicamente, ricordiamo che può comunque partecipare inviando le proprie immagini al circolo a mezzo posta elettronica entro la giornata di mercoledì 14 Marzo.
E per coloro che non hanno immagini da presentare ricordiamo che possono comunque partecipare alla votazione.
La serata sarà un'ottima occasione di confronto tra i partecipanti e come sempre, che vinca la foto migliore ...
attenti alle distorsioni prospettiche però !!!