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Concorso interno di Novembre

Ed eccoci arrivati al concorso interno di Novembre dal titolo “Cheese” scelto dalla nostra socia Teresa Fama vincitrice della scorsa competizione.

Il sorriso è indiscutibilmente una delle prime espressioni dell'uomo, rivelandosi, in brevissimo tempo, uno strumento immancabile della comunicazione interpersonale, consentendo all'individuo di esprimere ai suoi simili sentimenti di felicità e soddisfazione. Con l'avanzare degli anni e il conseguente raggiungimento di adeguati livelli di sviluppo cognitivo e socio-affettivo, il sorriso non è più solo uno strumento rivelatore delle proprie gioie, ma diviene al tempo stesso, veicolo di comunicazioni intenzionali molto più personali e profonde. Spesso si suole dire che un sorriso valga più di mille parole. Esso fa parte di quelle acquisizioni culturali della specie umana tese a sublimare e a sfumare i conflitti. Davanti ad un sorriso l'aggressività altrui scema quasi completamente, il sorriso diviene un fortissimo messaggio anti aggressivo e mira all'instaurarsi di una relazione alla pari. Sembra che il primo a inventare l’espressione «cheese», per sorridere davanti al fotografo, sia stato il presidente americano Franklin Delano Roosevelt, In piena Seconda guerra mondiale. Roosevelt aveva di che essere preoccupato, però doveva mostrare di essere ottimista; Non ridanciano, e neppure doveva apparire troppo certo e determinato sugli eventi futuri, come fanno mostra in genere i dittatori. Invece Roosevelt anche nella tragedia mondiale doveva apparire ottimista, e questo ottimismo obbligato si è sparso a poco a poco in tutto il mondo occidentalizzato, la gente in foto si è messa a sorridere, anche nelle foto tessera; Un’indagine americana ha appurato che i denti in foto appaiono dagli anni ’50 per le femmine, per i maschi poco più tardi. Oggi sorridere è diventato un riflesso condizionato, automatico, di fronte a qualcuno che scatta una foto è dato per scontato si debba sorridere, tanto che ci si chiede come mai prima non si sorrideva, né in foto né nei ritratti, non si riuscirebbe neppure ad immaginare la statua di Giulio Cesare ridente, o di Ottaviano Augusto o di Cicerone, sembrerebbero degli stolti che vogliono piacere ed essere simpatici; l’impero romano sembrerebbe una buffonata. Anche nelle foto di famiglia nessuno sorride almeno fino agli anni ’50. Perché si son messi tutti a sorridere da un certo punto in avanti? Sul Web, in siti autorevoli, si dice che questo sia stato possibile grazie alla foto istantanea (senza tempi lunghi di posa) e grazie alle cure dentistiche. Sembra invece più plausibile che il motivo sia che oggi, nonostante tutte le avversità del nostro tempo si debba dimostrare, anche un po falsamente, di essere felici di buonumore e inclini alla socialità (si sorride solo in presenza di altri). Ma in futuro i posteri capiranno perché l'umanità del ventesimo secolo fosse cosi contenta di tutte le loro disgrazie?

La fantasia distruggerà il potere ed una risata vi seppellirà” Nel 1977 durante le manifestazioni il movimento studentesco usava questo slogan, pare che la paternità di questa affermazione sia stata attribuita all'anarchico russo Mikhail Bakunin per il quale, evidentemente, ridere del potere sembrava il mezzo più efficace per debellarlo.

Il riso è un’arma formidabile. Non a caso Umberto Eco lo mette al centro del suo romanzo “Il nome della rosa”: è il segreto che i monaci dell’abbazia vogliono nascondere, per impedire che contagi le generazioni successive, arrivando dal Medio Evo fino a noi. Fortunatamente, ci è arrivato. Lo storico inglese Simon Schama, commentando la feroce strage di due estremisti islamici nella redazione di Charlie Hebdo a Parigi, osserva che in Europa riso e libertà vanno a braccetto da più di tre secoli. La satira è un’onorata tradizione del nostro vecchio continente: sfortunati i popoli che non la praticano, perché la democrazia, senza ironia, fa più fatica ad attecchire.Come sempre vi aspettiamo numerosi con i vostri scatti più significativi sul tema. Mercoledì 21 Novembre alle ore 21,00 presso la sede del circolo fotografico il Palazzaccio via circonvallazione Vittorio Veneto, 21 a San Giovanni in Persiceto (BO).

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