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La società dello spettacolo

Mercoledì 16 Gennaio sarà una serata “Spettacolare”, questo è il tema scelto per il concorso interno dei soci dalla vincitrice dell’ultima sfida fotografica di Dicembre, Franca Fortunato.

Una fotografia può essere spettacolare sotto diversi punti di vista, perché tanto ben riuscita da rasentare la perfezione dal punto di vista tecnico, oppure perché ciò che ritrae fa semplicemente spettacolo di sé.

Cosa è uno spettacolo? Spectacùlum dal latino spectare cioè “guardare”: qualsiasi esibizione artistica che si svolge davanti a un pubblico di spettatori appositamente convenuto; Questa è la definizione classica che troviamo sul nostro amico vocabolario, certo, ma oggi parlare di spettacolo ha anche un altro significato.

Già nel 1967, agli albori dell’era televisiva, Guy Debord, filosofo, sociologo, scrittore e cineasta francese, tra i fondatori dell'Internazionale Lettrista e dell'Internazionale Situazionista, nel suo saggio “La società dello Spettacolo” un libro di culto che non ha mai smesso di essere tale, apparso troppo in anticipo sui tempi per essere capito sino in fondo, aveva intuito con lucidità agghiacciante che il mondo reale si sarebbe trasformato in immagini, che lo spettacolo sarebbe diventato «la principale produzione della società attuale».

Lo spettacolo secondo la tesi espressa da Debord ha trionfato su tutta la linea: cominciando con il prestarsi per rappresentare le merci, si è prestato a rappresentare qualsiasi fenomeno, oggetto, idea, forma d’arte, pensiero politico, attività o altro. L’avvento della società dello spettacolo per Debord ha trasformato ogni individuo in spettatore di un universo non di cose, ma di rappresentazioni delle cose. “L’alienazione" dello spettatore a vantaggio dell’oggetto contemplato si esprime così: più esso contempla, meno vive; più accetta di riconoscersi nelle immagini dominanti del bisogno, meno comprende la propria esistenza e il proprio desiderio. L’esteriorità dello spettacolo, in rapporto a l’uomo agente, si manifesta nel fatto che i suoi gesti non sono più suoi, ma di un altro che glieli rappresenta. Questo perché lo spettatore non si sente a casa propria da nessuna parte, perché lo spettacolo è dappertutto”.

Interessante vero? Debord, come Pasolini, lucidi visionari in anticipo sui tempi, manifestavano la loro preoccupazione sugli esiti di queste trasformazioni sociali che si sarebbero concretizzate in un futuro che oggi stiamo vivendo come nostro presente, possiamo dargli torto?

Come sempre aspettiamo i soci presso la sede del circolo fotografico in Via Circonvallazione Vittorio Veneto n. 21 a San Giovanni in Persiceto alle ore 21,00. Valgono le regole di sempre da 1 a 5 fotografie sul tema. Per coloro che non possono essere presenti alla serata ricordiamo che possono comunque partecipare al concorso inviando i files alla mail del circolo.




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