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Concorso dei soci di Maggio.

«Si sa che non esisto: esistono solo i mille specchi che mi riflettono»


Concorso interno di Maggio dal titolo “accattivante” proposto come al solito dal nostro plurivincitore Alessandro Bencivenni che si è conquistato anche il podio del concorso di Aprile dal titolo “cosa sta succedendo? ”.

Specchio, specchio delle mie brame, ebbene si, ci dovremo confrontare con il tema dello specchio, del riflesso, del doppio. Tema che ci può proiettare nel mondo leggero, effimero e superficiale di chi proprio non può fare a meno di farsi intrappolare dentro qualsiasi superficie riflettente che incontra per la strada. Oggi poi con l’aiuto dei social media mandiamo la nostra immagine, con la bocca a culetto di gallina, in giro per il mondo, e come nel mito greco di Narciso siamo talmente affascinati dall’immagine di noi stessi che rischiamo di finire come lui, affogati nel mare dell’indifferenza. Come è ben noto a tutti la sua storia è divenuta simbolo, nella psicoanalisi, di un eccessivo amore per sé stessi che può portare anche a isolarsi dalla realtà e dagli altri.

Ma ci sono temi legati allo specchio molto più seri e interessanti, il rapporto dell’uomo con il proprio riflesso è stato oggetto di studio di filosofi, psicologi, narratori, registi e artisti.

In passato esisteva la credenza superstiziosa secondo cui l’atto di guardarsi allo specchio costituiva un pericolo, un mettere in gioco la propria vita. “Soprattutto negli stagni, popolati nel mondo antico da ninfe e creature magiche, era pericoloso affacciarsi: le ninfe, infatti, avrebbero potuto innamorarsi dei giovani di bell’aspetto e trascinarli in acqua”. Lo specchio riflette ed è per questo che sembra immediato il suo rapporto con il tema del doppio: grazie ad esso ci si riconosce, ma, allo stesso tempo, è uno strumento di perdizione. Inoltre, ancora più specificatamente, è legato alla vista, all’occhio: gli strumenti della conoscenza e della coscienza (nelle credenze popolari, gli specchi sarebbero anche in grado di imprigionare l’anima nell’immagine riflessa, ed è per questo che le creature demoniache non riescono a riflettersi). Gli stessi occhi, poi, vengono definiti come “specchio dell’anima” perché hanno capacità riflettenti (“vedere” è, nel senso propriamente tecnico, un atto di “riflessione”) e di trasmissione dell’umore, dei sentimenti.

Lo specchio è anche ingresso e tunnel verso altri mondi, è il passaggio per il sogno, per il ricordo e il surreale, è anche il luogo in cui facciamo i conti con noi stessi, con i nostri desideri (intimi, irraggiungibili…) e con le nostre paure. Lo specchio, non mente, come insegna la favola di Biancaneve, restituisce di noi quello che ci piace e quello che non ci piace affatto.

Vi aspettiamo come sempre Mercoledì 29 Maggio alle ore 21 presso la sede del circolo fotografico Il Palazzaccio in Via Circonvallazione V.Veneto 21 a S. Giovanni in Persiceto. Per le regole del gioco vedi gli altri post pubblicati su questo sito.


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